Storie / Libro III, 85
1 Δαρείῳ δὲ ἦν ἱπποκόμος ἀνὴρ σοφός, τῷ οὔνομα ἦν Οἰβάρης. πρὸς τοῦτον τὸν ἄνδρα, ἐπείτε διελύθησαν, ἔλεξε Δαρεῖος τάδε. “Οἴβαρες, ἡμῖν δέδοκται περὶ τῆς βασιληίης ποιέειν κατὰ τάδε· ὅτευ ἂν ὁ ἵππος πρῶτος φθέγξηται ἅμα τῷ ἡλίῳ ἀνιόντι αὐτῶν ἐπαναβεβηκότων, τοῦτον ἔχειν τὴν βασιληίην. νῦν ὦν εἴ τινα ἔχεις σοφίην, μηχανῶ ὡς ἂν ἡμεῖς σχῶμεν τοῦτο τὸ γέρας καὶ μὴ ἄλλος τις„. 2 ἀμείβεται Οἰβάρης τοῖσιδε. “εἰ μὲν δὴ ὦ δέσποτα ἐν τούτῳ τοι ἐστὶ ἢ βασιλέα εἶναι ἢ μή, θάρσεε τούτου εἵνεκεν καὶ θυμὸν ἔχε ἀγαθόν, ὡς βασιλεὺς οὐδεὶς ἄλλος πρὸ σεῦ ἔσται· τοιαῦτα ἔχω φάρμακα„. λέγει Δαρεῖος “εἰ τοίνυν τι τοιοῦτον ἔχεις σόφισμα, ὥρη μηχανᾶσθαι καὶ μὴ ἀναβάλλεσθαι, ὡς τῆς ἐπιούσης ἡμέρης ὁ ἀγὼν ἡμῖν ἐστί„. 3 ἀκούσας ταῦτα ὁ Οἰβάρης ποιέει τοιόνδε· ὡς ἐγίνετο ἡ νύξ, τῶν θηλέων ἵππων μίαν, τὴν ὁ Δαρείου ἵππος ἔστεργε μάλιστα, ταύτην ἀγαγὼν ἐς τὸ προάστειον κατέδησε καὶ ἐπήγαγε τὸν Δαρείου ἵππον, καὶ τὰ μὲν πολλὰ περιῆγε ἀγχοῦ τῇ ἵππῳ ἐγχρίμπτων τῇ θηλέῃ, τέλος δὲ ἐπῆκε ὀχεῦσαι τὸν ἵππον.
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Dario aveva per scudiero un uomo molto accorto, di nome Ebare; a lui Dario si rivolse non appena la riunione dei sette fu sciolta: "Ebare", gli disse, "riguardo al regno abbiamo deciso di procedere così: quello di noi il cui cavallo, mentre cavalchiamo, nitrisca per primo al sorgere del sole sarà re. Perciò se conosci qualche astuzia vedi di metterla in pratica, perché il titolo venga nelle nostre mani e non in quelle di un altro". Ed Ebare gli rispose: "Padrone, se davvero dipende solo da questo che tu sia re o meno, non avere paura, anzi sta' pure allegro e tranquillo: nessun altro sarà re al posto tuo. Ho dei rimedi che sembrano fatti apposta". E Dario gli disse: "Se davvero conosci un espediente capace di tanto, è ora il momento di usarlo, senza perdere tempo, perché la prova avrà luogo all'alba di domani". Udito ciò, ecco come si regolò Ebare: appena scese la notte, condusse nei sobborghi della città una delle cavalle, la più amata dal destriero di Dario, e lì la legò; quindi andò a prendere il cavallo di Dario e a lungo lo fece girare intorno alla femmina, gliela lasciò sfiorare, e infine gli permise di montarla.
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