Tacito: De origine et situ Germanorum (Germania), 40

Contra Langobardos paucitas nobilitat: plurimis ac valentissimis nationibus cincti non per obsequium, sed proeliis ac periclitando tuti sunt. Reudigni deinde et Aviones et Anglii et Varini et Eudoses et Suardones et Nuithones fluminibus aut silvis muniuntur. Nec quicquam notabile in singulis, nisi quod in commune Nerthum, id est Terram matrem, colunt eamque intervenire rebus hominum, invehi populis arbitrantur. Est in insula Oceani castum nemus, dicatumque in eo vehiculum, veste contectum; attingere uni sacerdoti concessum. Is adesse penetrali deam intellegit vectamque bubus feminis multa cum veneratione prosequitur. Laeti tunc dies, festa loca, quaecumque adventu hospitioque dignatur. Non bella ineunt, non arma sumunt; clausum omne ferrum; pax et quies tunc tantum nota, tunc tantum amata, donec idem sacerdos satiatam conversatione mortalium deam templo reddat. Mox vehiculum et vestes et, si credere velis, numen ipsum secreto lacu abluitur. Servi ministrant, quos statim idem lacus haurit. Arcanus hinc terror sanctaque ignorantia, quid sit illud, quod tantum perituri vident.

1 commento:

  1. Il numero esiguo nobilita, all'opposto, i Longobardi: pur circondati
    da numerosi e valenti popoli, trovano la loro sicurezza non nella
    sottomissione, bensì nei rischi delle battaglie. Seguono i Reudigni e gli
    Avioni e gli Anglii e i Varini e gli Eudosi e i Suardoni e i Nuitoni,
    protetti da fiumi e foreste. Nessuna caratteristica di rilievo in ciascuno
    di questi, se non il culto comune di Nerto, ossia della madre terra, che,
    secondo loro, interviene nelle vicende umane e scende su un carro in mezzo
    ai popoli. Esiste in un'isola dell'Oceano un intatto bosco sacro e,
    dentro, un carro consacrato alla dea, ricoperto da un drappo: toccarlo è
    consentito al solo sacerdote. Questi percepisce la presenza della dea nel
    profondo del bosco e, quando compare trainata da giovenche, la accompagna
    con profonda venerazione. Sono allora giorni di gioia, sono luoghi di
    festa quelli cui si degna di giungere come ospite. Non si iniziano guerre,
    non si impugnano armi; ogni ferro è riposto; solo allora conoscono pace e
    quiete, allora solo le amano, finché quel sacerdote riconduce all'area
    sacra la dea, sazia del contatto dei mortali. Quindi il carro, il drappo
    e, se vuoi crederlo, la divinità stessa si purificano in un lago
    appartato. Addetti a questo servizio sono alcuni schiavi che poi il lago
    inghiotte. Da qui un misterioso terrore e una santa ignoranza di ciò che
    può esser visto soltanto da chi è destinato a morire.

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