Storie / Libro III, 31

1 Πρῶτον μὲν δὴ λέγουσι Καμβύσῃ τῶν κακῶν ἄρξαι τοῦτο· δεύτερα δὲ ἐξεργάσατο τὴν ἀδελφεὴν ἑσπομένην οἱ ἐς Αἴγυπτον, τῇ καὶ συνοίκεε καὶ ἦν οἱ ἀπ᾽ ἀμφοτέρων ἀδελφεή. 2 ἔγημε δὲ αὐτὴν ὧδε· οὐδαμῶς γὰρ ἐώθεσαν πρότερον τῇσι ἀδελφεῇσι συνοικέειν Πέρσαι. ἠράσθη μιῆς τῶν ἀδελφεῶν Καμβύσης, καὶ ἔπειτα βουλόμενος αὐτὴν γῆμαι, ὅτι οὐκ ἐωθότα ἐπενόεε ποιήσειν, εἴρετο καλέσας τοὺς βασιληίους δικαστὰς εἴ τις ἐστὶ κελεύων νόμος τὸν βουλόμενον ἀδελφεῇ συνοικέειν. 3 οἱ δὲ βασιλήιοι δικασταὶ κεκριμένοι ἄνδρες γίνονται Περσέων, ἐς οὗ ἀποθάνωσι ἤ σφι παρευρεθῇ τι ἄδικον, μέχρι τούτου· οὗτοι δὲ τοῖσι πέρσῃσι δίκας δικάζουσι καὶ ἐξηγηταὶ τῶν πατρίων θεσμῶν γίνονται, καὶ πάντα ἐς τούτους ἀνακέεται. 4 εἰρομένου ὦν τοῦ Καμβύσεω, ὑπεκρίνοντο αὐτῷ οὗτοι καὶ δίκαια καὶ ἀσφαλέα, φάμενοι νόμον οὐδένα ἐξευρίσκειν ὃς κελεύει ἀδελφεῇ συνοικέειν ἀδελφεόν, ἄλλον μέντοι ἐξευρηκέναι νόμον, τῷ βασιλεύοντι Περσέων ἐξεῖναι ποιέειν τὸ ἂν βούληται. 5 οὕτω οὔτε τὸν νόμον ἔλυσαν δείσαντες Καμβύσεα, ἵνα τε μὴ αὐτοὶ ἀπόλωνται τὸν νόμον περιστέλλοντες, παρεξεῦρον ἄλλον νόμον σύμμαχον τῷ θέλοντι γαμέειν ἀδελφεάς. 6 τότε μὲν δὴ ὁ Καμβύσης ἔγημε τὴν ἐρωμένην, μετὰ μέντοι οὐ πολλὸν χρόνον ἔσχε ἄλλην ἀδελφεήν. τουτέων δῆτα τὴν νεωτέρην ἐπισπομένην οἱ ἐπ᾽ Αἴγυπτον κτείνει.

1 commento:

  1. Il secondo crimine fu l'uccisione della sorella che lo aveva seguito in Egitto e a cui, benché fosse sua sorella per parte di padre e di madre, si era congiunto in nozze; ed ecco come, dato che prima non c'era mai stata consuetudine, fra i Persiani, di matrimoni tra fratelli. Cambise si innamorò di sua sorella e desiderava sposarla, ma si rendeva conto che si trattava di una cosa insolita. Convocò allora i cosiddetti "giudici del re" e chiese loro se esisteva qualche legge che permettesse, a chi lo voleva, di sposare la propria sorella. I "giudici del re" sono uomini scelti fra i Persiani, rimangono in carica a vita o fino a quando non li si scopra autori di qualche grave colpa; pronunciano le sentenze per i Persiani, interpretano il patrio giure: tutto è rimesso nelle loro mani. Alla domanda di Cambise diedero una risposta basata sul diritto e sulla prudenza: dichiararono di non aver trovato alcuna legge che autorizzava un fratello a sposare la propria sorella, ma di averne trovata un'altra che consentiva al re dei Persiani di agire a propria totale discrezione. In questo modo non violarono la legge per paura di Cambise, e nello stesso tempo, per non morire a causa di un atteggiamento intransigente, reperirono una norma favorevole al re che desiderava sposare sorelle. Allora dunque Cambise sposò la sua amata; poi, non molto tempo dopo, si prese anche un'altra sorella. Fece uccidere la più giovane delle due, quella che lo aveva seguito in Egitto.

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