Storie / Libro III, 108

1 Λέγουσι δὲ καὶ τόδε Ἀράβιοι, ὡς πᾶσα ἂν γῆ ἐπίμπλατο τῶν ὀφίων τούτων, εἰ μὴ γίνεσθαι κατ᾽ αὐτοὺς οἷόν τι κατὰ τὰς ἐχίδνας ἠπιστάμην γίνεσθαι. 2 καί κως τοῦ θείου ἡ προνοίη, ὥσπερ καὶ οἰκός ἐστι, ἐοῦσα σοφή, ὅσα μὲν ψυχήν τε δειλὰ καὶ ἐδώδιμα, ταῦτα μὲν πάντα πολύγονα πεποίηκε, ἵνα μὴ ἐπιλίπῃ κατεσθιόμενα, ὅσα δὲ σχέτλια καὶ ἀνιηρά, ὀλιγόγονα. 3 τοῦτο μέν, ὅτι ὁ λαγὸς ὑπὸ παντὸς θηρεύεται θηρίου καὶ ὄρνιθος καὶ ἀνθρώπου, οὕτω δή τι πολύγονον ἐστί· ἐπικυΐσκεται μοῦνον πάντων θηρίων, καὶ τὸ μὲν δασὺ τῶν τέκνων ἐν τῇ γαστρὶ τὸ δὲ ψιλόν, τὸ δὲ ἄρτι ἐν τῇσι μήτρῃσι πλάσσεται, τὸ δὲ ἀναιρέεται. 4 τοῦτο μὲν δὴ τοιοῦτο ἐστί· ἡ δὲ δὴ λέαινα ἐὸν ἰσχυρότατον καὶ θρασύτατον ἅπαξ ἐν τῷ βίῳ τίκτει ἕν· τίκτουσα γὰρ συνεκβάλλει τῷ τέκνῳ τὰς μήτρας. τὸ δὲ αἴτιον τούτου τόδε ἐστί· ἐπεὰν ὁ σκύμνος ἐν τῇ μητρὶ ἐὼν ἄρχηται διακινεόμενος, ὁ δὲ ἔχων ὄνυχας θηρίων πολλὸν πάντων ὀξυτάτους ἀμύσσει τὰς μήτρας, αὐξόμενός τε δὴ πολλῷ μᾶλλον ἐσικνέεται καταγράφων· πέλας τε δὴ ὁ τόκος ἐστί, καὶ τὸ παράπαν λείπεται αὐτέων ὑγιὲς οὐδέν.

1 commento:

  1. Gli Arabi aggiungono anche che tutta la terra sarebbe piena di questi serpenti se a essi non accadesse quanto sapevo accadere anche alle vipere. In qualche modo la previdenza divina, che, come è naturale, è saggia, ha reso prolifici tutti gli animali di indole mansueta e commestibili, affinché non si estinguessero a forza di servire da cibo, mentre ha creato poco fecondi tutti gli animali feroci e nocivi. E così, poiché la lepre è oggetto di caccia da parte di tutti, fiere, uccelli e uomini, ecco che è prolifica: fra tutti gli animali è l'unica in grado di concepire da gravida; nel suo ventre c'è un piccolo già coperto di pelo, un altro senza pelliccia, mentre un altro sta appena prendendo forma nell'utero e un altro ancora viene concepito. Questo accade alla lepre; invece la leonessa, che è ben più robusta e coraggiosa, mette al mondo un unico figlio in tutta la sua vita; in effetti quando partorisce espelle col cucciolo anche il proprio utero. Ciò si spiega perché il leoncino, cominciando a muoversi nel ventre della madre e possedendo unghie che sono le più aguzze fra tutti gli animali, graffia la madre e crescendo finisce col lacerarla sempre di più; quando il parto è vicino, ormai dell'utero non è rimasto più nulla di intatto.

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