Storie / Libro III, 109

1 Ὣς δὲ καὶ οἱ ἔχιδναί τε καὶ οἱ ἐν Ἀραβίοισι ὑπόπτεροι ὄφιες εἰ ἐγίνοντο ὡς ἡ φύσις αὐτοῖσι ὑπάρχει, οὐκ ἂν ἦν βιώσιμα ἀνθρώποισι· νῦν δ᾽ ἐπεὰν θορνύωνται κατὰ ζεύγεα καὶ ἐν αὐτῇ ᾖ ὁ ἔρσην τῇ ἐκποιήσι, ἀπιεμένου αὐτοῦ τὴν γονὴν ἡ θήλεα ἅπτεται τῆς δειρῆς, καὶ ἐμφῦσα οὐκ ἀνιεῖ πρὶν ἂν διαφάγῃ. 2 ὁ μὲν δὴ ἔρσην ἀποθνήσκει τρόπῳ τῷ εἰρημένῳ, ἡ δὲ θήλεα τίσιν τοιήνδε ἀποτίνει τῷ ἔρσενι· τῷ γονέι τιμωρέοντα ἔτι ἐν τῇ γαστρὶ ἐόντα τὰ τέκνα διεσθίει τὴν μητέρα, διαφαγόντα δὲ τὴν νηδὺν αὐτῆς οὕτω τὴν ἔκδυσιν ποιέεται. 3 οἱ δὲ ἄλλοι ὄφιες ἐόντες ἀνθρώπων οὐ δηλήμονες τίκτουσί τε ᾠὰ καὶ ἐκλέπουσι πολλόν τι χρῆμα τῶν τέκνων. αἱ μέν νυν ἔχιδναι κατὰ πᾶσαν τὴν γῆν εἰσί, οἱ δὲ ὑπόπτεροι ὄφιες ἀθρόοι εἰσὶ ἐν τῇ Ἀραβίῃ καὶ οὐδαμῇ ἄλλῃ· κατὰ τοῦτο δοκέουσι πολλοὶ εἶναι.

1 commento:

  1. Così se anche le vipere e i serpenti alati d'Arabia si riproducessero come è nella natura dei rettili, la vita per gli uomini non sarebbe più possibile; ecco invece che, quando due di questi animali si accoppiano e il maschio sta emettendo il suo seme, la femmina, proprio mentre il maschio la insemina, lo afferra al collo e, ormai incinta, non molla la presa prima di averlo divorato completamente. Il maschio dunque muore così, la femmina a sua volta paga l'uccisione del maschio, perché i figli, per vendicare il loro genitore, divorano la madre quando ancora si trovano nel suo ventre: vengono alla luce appunto divorando le viscere della madre. Al contrario gli altri rettili, che sono innocui per l'uomo, depongono uova da cui, alla schiusa, esce un gran numero di figli. Le vipere sono diffuse un po' in tutta la terra, i serpenti alati si trovano ammassati in Arabia e da nessuna altra parte: è per questo che sembrano così tanti.

    RispondiElimina