Storie / Libro II, 63
1 ἐς δὲ Ἡλίου τε πόλιν καὶ Βουτοῦν θυσίας μούνας ἐπιτελέουσι φοιτέοντες. ἐν δὲ Παπρήμι θυσίας μὲν καὶ ἱρὰ κατά περ καὶ τῇ ἄλλῃ ποιεῦσι· εὖτ᾽ ἂν δὲ γίνηται καταφερὴς ὁ ἥλιος, ὀλίγοι μὲν τινὲς τῶν ἱρέων περὶ τὤγαλμα πεπονέαται, οἱ δὲ πολλοὶ αὐτῶν ξύλων κορύνας ἔχοντες ἑστᾶσι τοῦ ἱροῦ ἐν τῇ ἐσόδῳ, ἄλλοι τε εὐχωλὰς ἐπιτελέοντες πλεῦνες χιλίων ἀνδρῶν, ἕκαστοι ἔχοντες ξύλα καὶ οὗτοι, ἐπὶ τὰ ἕτερα ἁλέες ἑστᾶσι. 2 τὸ δὲ ἄγαλμα ἐὸν ἐν νηῷ μικρῷ ξυλίνῳ κατακεχρυσωμένῳ προεκκομίζουσι τῇ προτεραίῃ ἐς ἄλλο οἴκημα ἱρόν. οἱ μὲν δὴ ὀλίγοι οἱ περὶ τὤγαλμα λελειμμένοι ἕλκουσι τετράκυκλον ἅμαξαν ἄγουσαν τὸν νηόν τε καὶ τὸ ἐν τῷ νηῷ ἐνεὸν ἄγαλμα, οἳ δὲ οὐκ ἐῶσι ἐν τοῖσι προπυλαίοισι ἑστεῶτες ἐσιέναι, οἱ δὲ εὐχωλιμαῖοι τιμωρέοντες τῷ θεῷ παίουσι αὐτοὺς ἀλεξομένους. 3 ἐνθαῦτα μάχη ξύλοισι καρτερὴ γίνεται κεφαλάς τε συναράσσονται, καὶ ὡς ἐγὼ δοκέω πολλοὶ καὶ ἀποθνήσκουσι ἐκ τῶν τρωμάτων· οὐ μέντοι οἵ γε Αἰγύπτιοι ἔφασαν ἀποθνήσκειν οὐδένα. 4 τὴν δὲ πανήγυριν ταύτην ἐκ τοῦδε νομίσαι φασὶ οἱ ἐπιχώριοι· οἰκέειν ἐν τῷ ἱρῷ τούτῳ τοῦ Ἄρεος τὴν μητέρα, καὶ τὸν Ἄρεα ἀπότροφον γενόμενον ἐλθεῖν ἐξανδρωμένον ἐθέλοντα τῇ μητρὶ συμμῖξαι, καὶ τοὺς προπόλους τῆς μητρός, οἷα οὐκ ὀπωπότας αὐτὸν πρότερον, οὐ περιορᾶν παριέναι ἀλλὰ ἀπερύκειν, τὸν δὲ ἐξ ἄλλης πόλιος ἀγαγόμενον ἀνθρώπους τούς τε προπόλους τρηχέως περισπεῖν καὶ ἐσελθεῖν παρὰ τὴν μητέρα. ἀπὸ τούτου τῷ Ἄρεϊ ταύτην τὴν πληγὴν ἐν τῇ ὁρτῇ νενομικέναι φασί.
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1) Quelli che si recano a Eliopoli e a Buto compiono soltanto dei sacrifici. Invece a Papremi hanno luogo sacrifici e riti sacri come altrove: al tramonto del sole, mentre pochi sacerdoti si occupano della statua del dio, i più, invece, attendono in piedi all'ingresso del tempio armati di mazze di legno; altri uomini, oltre un migliaio di persone che compiono un voto, se ne stanno tutti insieme in un gruppo a parte, anch'essi armati di mazze. 2) La statua del dio, contenuta dentro una specie di piccolo tabernacolo di legno ornato d'oro, era stata trasportata, la vigilia della festa, in una diversa dimora sacra. I pochi sacerdoti rimasti accanto ad essa tirano un carretto a quattro ruote, che porta il tabernacolo con dentro la statua stessa, ma i sacerdoti in piedi vicino all'ingresso non la lasciano entrare: allora il gruppo delle persone impegnate a soddisfare il voto prende le difese del dio randellando i sacerdoti; questi a loro volta reagiscono. 3) Insomma si scatena una violenta rissa a colpi di bastone: si fracassano la testa e secondo me molti ci lasciano la pelle in seguito alle ferite riportate; gli Egiziani comunque escludono categoricamente che sia mai morto qualcuno. 4) Gli abitanti di Papremi dicono di aver introdotto tale festa per il seguente motivo. Abitava un tempo nel santuario la madre di Ares; Ares che era stato allevato altrove, divenuto adulto, venne a Papremi per congiungersi con lei; ma i servitori della madre non lo avevano mai visto prima di allora, perciò non gli consentirono l'ingresso e lo mandarono via; Ares raccolse uomini da un'altra città e usando le cattive maniere nei confronti dei servitori poté entrare da sua madre. Da tale episodio, dicono, avrebbe tratto origine l'usanza della bastonatura durante la festa in onore di Ares.
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