Sallustio: Bellum Iugurthinum, 42

Nam postquam Ti. Et C. Gracchus, quorum maiores Punico atque aliis bellis multum rei publicae addiderant, vindicare plebem in libertatem et paucorum scelera patefacere coepere, nobilitas noxia atque eo perculsa modo per socios ac nomen Latinum, interdum per equites Romanos, quos spes societatis a plebe dimouerat, Gracchorum actionibus obviam ierat; et primo Tiberium, dein paucos post annos eadem ingredientem Gaium, tribunum alterum, alterum triumuirum coloniis deducendis, cum M. Fuluio Flacco ferro necauerat. Et sane Gracchis cupidine victoriae haud satis moderatus animus fuit. Sed bono vinci satius est quam malo more iniuriam vincere. Igitur ea victoria nobilitas ex libidine sua usa multos mortalis ferro aut fuga extinxit plusque in relicuum sibi timoris quam potentiae addidit. Quae res plerumque magnas civitatis pessum dedit, dum alteri alteros vincere quouis modo et victos acerbius ulcisci volunt. Sed de studiis partium et omnis civitatis moribus si singillatim aut pro magnitudine parem disserere, tempus quam res maturius me deseret. Quam ob rem ad inceptum redeo.

1 commento:

  1. 1 Quando Tiberio e Gaio Gracco, i cui antenati durante la guerra
    punica e in altre guerre avevano molto giovato alla repubblica,
    incominciarono a rivendicare la libertà della plebe e a svelare le
    malefatte dell'oligarchia, la nobiltà, sapendosi colpevole, fu presa dal
    terrore. Essa si era opposta, perciò, all'esecuzione dei progetti dei
    Gracchi, ora per mezzo degli alleati e dei Latini, ora per mezzo dei
    cavalieri romani, che si erano allontanati dalla plebe nella speranza di
    associarsi ai nobili. Per primo trucidarono Tiberio, alcuni anni dopo
    Gaio, che seguiva le orme del fratello, tribuno della plebe il primo,
    triumviro per la deduzione delle colonie il secondo; e con loro Marco
    Fulvio Flacco. 2 Ammettiamo pure che i Gracchi, per smania di vincere non
    abbiano saputo mantenere una condotta moderata. 3 Ma per l'uomo onesto è
    meglio essere vinto che trionfare sull'ingiustizia con mezzi violenti. 4 I
    nobili, dunque, abusando di quella vittoria secondo il loro capriccio,
    eliminarono molti cittadini con le armi o con l'esilio e furono da allora
    più temuti che potenti. Questa è la causa che ha provocato spesso la
    rovina di stati potenti, in quanto gli uni vogliono prevalere ad ogni
    costo sugli altri e infierire sui vinti con troppa crudeltà. 5 Ma se io
    volessi parlare in modo circostanziato e con l'ampiezza che il soggetto
    merita delle lotte dei partiti e dei costumi di ogni stato, mi mancherebbe
    il tempo prima che la materia. Torno perciò al mio racconto.

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