De bello Gallico / Libro VII, 55

Noviodunum erat oppidum Aeduorum ad ripas Ligeris opportuno loco positum. Huc Caesar omnes obsides Galliae, frumentum, pecuniam publicam, suorum atque exercitus impedimentorum magnam partem contulerat; huc magnum numerum equorum huius belli causa in Italia atque Hispania coemptum miserat. Eo cum Eporedorix Viridomarusque venissent et de statu civitatis cognovissent, Litaviccum Bibracti ab Aeduis receptum, quod est oppidum apud eos maximae auctoritatis, Convictolitavim magistratum magnamque partem senatus ad eum convenisse, legatos ad Vercingetorigem de pace et amicitia concilianda publice missos, non praetermittendum tantum commodum existimaverunt. Itaque interfectis Novioduni custodibus quique eo negotiandi causa convenerant pecuniam atque equos inter se partiti sunt; obsides civitatum Bibracte ad magistratum deducendos curaverunt; oppidum, quod a se teneri non posse iudicabant, ne cui esset usui Romanis, incenderunt; frumenti quod subito potuerunt navibus avexerunt, reliquum flumine atque incendio corruperunt. Ipsi ex finitimis regionibus copias cogere, praesidia custodiasque ad ripas Ligeris disponere equitatumque omnibus locis iniciendi timoris causa ostentare coeperunt, si ab re frumentaria Romanos excludere aut adductos inopia in provinciam espellere possent. Quam ad spem multum eos adiuvabat, quod Liger ex nivibus creverat, ut omnino vado non posse transiri videretur.

1 commento:

  1. Novioduno era una città degli Edui sulle rive della Loira, in posizione favorevole. Qui Cesare aveva raccolto tutti gli ostaggi della Gallia, il grano, il denaro pubblico, gran parte dei bagagli suoi e dell'esercito, qui aveva inviato molti cavalli acquistati in Italia e in Spagna per la guerra in corso. Eporedorige e Viridomaro, non appena arrivarono a Novioduno e seppero come andavano le cose tra gli Edui (avevano accolto Litavicco a Bibracte, la loro città più importante; il magistrato Convictolitave e la maggior parte del senato lo aveva raggiunto; a titolo ufficiale erano stati inviati emissari a Vercingetorige per trattare pace e alleanza), ritennero di non doversi lasciar sfuggire un'occasione simile. Perciò, eliminarono la guarnigione di Novioduno e i commercianti che lì risiedevano, si spartirono il denaro e i cavalli. Condussero a Bibracte, dal magistrato, gli ostaggi dei vari popoli e, giudicando di non poterla difendere, incendiarono la città, per impedire ai Romani di servirsene. Tutto il grano che lì per lì riuscirono a caricare sulle navi, lo trasportarono via, il resto lo gettarono in acqua o lo bruciarono. Intrapresero la raccolta di truppe dalle regioni limitrofe, disposero presidi e guarnigioni lungo la Loira, mentre la loro cavalleria compariva in ogni zona per incutere timore, nella speranza di tagliare ai Romani l'approvvigionamento di grano oppure di costringerli al ripiegamento in provincia, dopo averli condotti allo stremo. Ad alimentare le loro speranze contribuiva molto la Loira in piena per le nevi, al punto che sembrava proprio impossibile guadarla.

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