Storie Libro I, 90

1 ταῦτα ἀκούων ὁ Κῦρος ὑπερήδετο, ὥς οἱ ἐδόκεε εὖ ὑποτίθεσθαι· αἰνέσας δὲ πολλά, καὶ ἐντειλάμενος τοῖσι δορυφόροισι τὰ Κροῖσος ὑπεθήκατο ἐπιτελέειν, εἶπε πρὸς Κροῖσον τάδε. "Κροῖσε, ἀναρτημένου σεῦ ἀνδρὸς βασιλέος χρηστὰ ἔργα καὶ ἔπεα ποιέειν, αἰτέο δόσιν ἥντινα βούλεαί τοι γενέσθαι παραυτίκα." 2 ὁ δὲ εἶπε "ὦ δέσποτα, ἐάσας με χαριεῖ μάλιστα τὸν θεὸν τῶν Ἑλλήνων, τὸν ἐγὼ ἐτίμησα θεῶν μάλιστα, ἐπειρέσθαι πέμψαντα τάσδε τὰς πέδας, εἰ ἐξαπατᾶν τοὺς εὖ ποιεῦντας νόμος ἐστί οἱ." Κῦρος δὲ εἴρετο ὅ τι οἱ τοῦτο ἐπηγορέων παραιτέοιτο. 3 Κροῖσος δέ οἱ ἐπαλιλλόγησε πᾶσαν τὴν ἑωυτοῦ διάνοιαν καὶ τῶν χρηστηρίων τὰς ὑποκρίσιας καὶ μάλιστα τὰ ἀναθήματα, καὶ ὡς ἐπαερθεὶς τῷ μαντηίῳ ἐστρατεύσατο ἐπὶ Πέρσας· λέγων δὲ ταῦτα κατέβαινε αὖτις παραιτεόμενος ἐπεῖναί οἱ τῷ θεῷ τοῦτο ὀνειδίσαι. Κῦρος δὲ γελάσας εἶπε "καὶ τούτου τεύξεαι παρ᾽ ἐμεῦ, Κροῖσε, καὶ ἄλλου παντὸς τοῦ ἂν ἑκάστοτε δέῃ."4 ὡς δὲ ταῦτα ἤκουσε ὁ Κροῖσος, πέμπων τῶν Λυδῶν ἐς Δελφοὺς ἐνετέλλετο τιθέντας τὰς πέδας ἐπὶ τοῦ νηοῦ τὸν οὐδὸν εἰρωτᾶν εἰ οὔ τι ἐπαισχύνεται τοῖσι μαντηίοισι ἐπαείρας Κροῖσον στρατεύεσθαι ἐπὶ Πέρσας ὡς καταπαύσοντα τὴν Κύρου δύναμιν, ἀπ᾽ ἧς οἱ ἀκροθίνια τοιαῦτα γενέσθαι, δεικνύντας τὰς πέδας· ταῦτά τε ἐπειρωτᾶν, καὶ εἰ ἀχαρίστοισι νόμος εἶναι τοῖσι Ἑλληνικοῖσι θεοῖσι.

1 commento:

  1. Ciro fu quanto mai lieto di udire questo consiglio, che gli parve ottimo; lo approvò senz'altro e quando ebbe dato alle sue guardie le istruzioni suggerite da Creso, si rivolse ancora a lui e gli disse: "Creso, visto che sei disposto ad agire e a parlare con la nobiltà di un re, chiedimi pure un dono, quello che vuoi, subito". Creso replicò: "Signore, mi farai un grandissimo favore se mi permetti di mandare queste catene al dio dei Greci, il dio da me più onorato, e di chiedergli se è sua abitudine ingannare chi si comporta bene verso di lui". Ciro gli domandò il motivo di questa preghiera, che rimproveri avesse da muovere al dio, e Creso gli raccontò ogni cosa, risalendo al suo antico progetto e alle risposte degli oracoli: narrò in particolare delle proprie offerte votive e di come avesse mosso guerra ai Persiani spintovi dall'oracolo. Concluse il discorso pregando nuovamente che gli fosse concesso di rivolgere al dio il suo biasimo. Ciro scoppiò a ridere e disse: "Non solo questo tu otterrai da me, ma qualunque altra cosa di cui tu senta la necessità, in qualunque occasione". Udito ciò, Creso mandò a Delfi dei Lidi con l'ordine di posare le catene sulla soglia del tempio e di chiedere al dio se non si vergognasse di aver spinto Creso con i suoi responsi a muovere guerra ai Persiani con la promessa che avrebbe abbattuto l'impero di Ciro; dovevano poi mostrare le catene e dichiarare che erano le primizie ricavate da tale impero; e inoltre dovevano chiedere se è abitudine degli dei Greci essere ingrati.

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