Storie Libro I, 41
1 εἴπας δὲ ταῦτα ὁ Κροῖσος μεταπέμπεται τὸν Φρύγα Ἄδρηστον, ἀπικομένῳ δέ οἱ λέγει τάδε. "Ἄδρηστε, ἐγώ σε συμφορῇ, πεπληγμένον ἀχάρι, τήν τοι οὐκ ὀνειδίζω, ἐκάθηρα καὶ οἰκίοισι ὑποδεξάμενος ἔχω, παρέχων πᾶσαν δαπάνην. 2 νῦν ὤν (ὀφείλεις γὰρ ἐμοῦ προποιήσαντος χρηστὰ ἐς σὲ χρηστοῖσί με ἀμείβεσθαι ) φύλακα παιδός σε τοῦ ἐμοῦ χρηίζω γενέσθαι ἐς ἄγρην ὁρμωμένου, μή τινες κατ᾽ ὁδὸν κλῶπες κακοῦργοι ἐπὶ δηλήσι φανέωσι ὑμῖν. 3πρὸς δὲ τούτῳ καὶ σέ τοι χρεόν ἐστι ἰέναι ἔνθα ἀπολαμπρυνέαι τοῖσι χρεόν πατρώιόν τε γάρ τοι ἐστὶ καὶ προσέτι ῥώμη ὑπάρχει."
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Detto ciò, Creso fece chiamare il frigio Adrasto al quale, quando lo ebbe davanti, pronunciò il seguente discorso: "Adrasto, - disse - tu eri stato colpito da una dolorosa disgrazia, che non ti rimprovero, e io ti ho purificato e accolto nella mia casa dove ora ti ospito offrendoti ogni mezzo di sussistenza; adesso dunque, visto che per primo ti ho concesso enormi favori, tu sei in debito verso di me di favori uguali; io desidero che tu vegli su mio figlio che sta partendo per una battuta di caccia, che lungo la strada non vi si parino davanti pericolosi ladroni armati di cattive intenzioni. Oltre tutto non puoi esimerti dal recarti là dove tu possa segnalarti con qualche bella impresa: così facevano i tuoi antenati, senza contare che le tue forze te lo consentono ampiamente".
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