Sallustio: De Catilinae coniuratione, 8

Sed profecto fortuna in omni re dominatur; ea res cunctas ex lubidine magis quam ex vero celebrat obscuratque. Atheniensium res gestae, sicuti ego aestumo, satis amplae magnificaeque fuere, verum aliquanto minores tamen, quam fama feruntur. Sed quia provenere ibi scriptorum magna ingenia, per terrarum orbem Atheniensium facta pro maxumis celebrantur. Ita eorum, qui fecere, virtus tanta habetur, quantum eam verbis potuere extollere praeclara ingenia. At populo Romano numquam ea copia fuit, quia prudentissumus quisque maxume negotiosus erat: ingenium nemo sine corpore exercebat, optumus quisque facere quam dicere, sua ab aliis bene facta laudari quam ipse aliorum narrare malebat.

1 commento:

  1. Ma per certo su ogni cosa domina la Fortuna; essa celebra o oscura tutto,
    più secondo il capriccio che secondo vero merito. Le gesta degli Ateniesi,
    a mio parere, furono assai grandi e magnifiche, ma tuttavia alquanto
    minori di come tramanda la fama. Ma poiché ivi fiorirono scrittori di
    grande ingegno, le imprese degli Ateniesi sono celebrate in tutto il mondo
    come sublimi. Così il valore di quelli che le compirono è ritenuto così
    grande quanto preclari ingegni coi loro scritti poterono esaltarlo. Il
    popolo romano invece non ne ebbe gran copia, perché tutti i più saggi
    erano anche estremamente attivi, nessuno esercitava l'ingegno senza
    attività corporale, tutti i migliori preferivano agire piuttosto che
    parlare, e che le loro fortunate imprese fossero lodate da altri, invece
    che narrare essi quelle degli altri.

    RispondiElimina