Cato Maior de Senectute, 68

Sensi ego in optimo filio, tu in exspectatis ad amplissimam dignitatem fratribus, Scipio, mortem omni aetati esse communem. At sperat adulescens diu se victurum, quod sperare idem senex non potest. Insipienter sperat. Quid enim stultius quam incerta pro certis habere, falsa pro veris? At senex ne quod speret quidem habet. At est eo meliore condicione quam adulescens, quoniam id, quod ille sperat, hic consecutus est; ille vult diu vivere, hic diu vixit.

1 commento:

  1. Ho capito con la perdita del mio ottimo figlio e tu, Scipione, con la morte dei tuoi fratelli destinati agli onori più alti, che la morte è
    comune a ogni età. Ma il giovane spera di vivere a lungo, mentre il vecchio non può sperare
    la stessa cosa. - Folle speranza, la sua: cosa c'è di più stupido di prendere l'incerto per certo, il falso per vero? - Ma il vecchio non ha
    nemmeno di che sperare. Ecco perché si trova in una condizione migliore del giovane! Quel che il giovane spera, lui lo ha già ottenuto; il giovane
    vuole vivere a lungo, lui ha vissuto a lungo.

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