Storie / Libro II, 90

1 ὃς δ᾽ ἂν ἢ αὐτῶν Αἰγυπτίων ἢ ξείνων ὁμοίως ὑπὸ κροκοδείλου ἁρπασθεὶς ἢ ὑπ᾽ αὐτοῦ τοῦ ποταμοῦ φαίνηται τεθνεώς, κατ᾽ ἣν ἂν πόλιν ἐξενειχθῇ, τούτους πᾶσα ἀνάγκη ἐστὶ ταριχεύσαντας αὐτὸν καὶ περιστείλαντας ὡς κάλλιστα θάψαι ἐν ἱρῇσι θήκῃσι· 2 οὐδὲ ψαῦσαι ἔξεστι αὐτοῦ ἄλλον οὐδένα οὔτε τῶν προσηκόντων οὔτε τῶν φίλων, ἀλλά μιν αἱ ἱρέες αὐτοὶ τοῦ Νείλου ἅτε πλέον τι ἢ ἀνθρώπου νεκρὸν χειραπτάζοντες θάπτουσι.

1 commento:

  1. 1) Se si trova un uomo, non importa se egiziano o straniero, rapito da un coccodrillo o ucciso dal fiume stesso, gli abitanti della città sul territorio della quale viene gettato sono assolutamente tenuti ad imbarsamarlo, ad acconciarlo nel miglior modo, e a seppellirlo in bare sacre. 2) E nessuno, sia parente o amico, ha diritto di toccarlo; tranne i sacerdoti del Nilo, i quali lo seppelliscono con le proprie mani, essendo esso ritenuto qualche cosa di più che il cadavere di un uomo.

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