Storie / Libro II, 48
1 τῷ δὲ Διονύσῳ τῆς ἑορτῆς τῇ δορπίῃ χοῖρον πρὸ τῶν θυρέων σφάξας ἕκαστος διδοῖ ἀποφέρεσθαι τὸν χοῖρον αὐτῷ τῷ ἀποδομένῳ τῶν συβωτέων. 2 τὴν δὲ ἄλλην ἀνάγουσι ὁρτὴν τῷ Διονύσῳ [οἱ] Αἰγύπτιοι πλὴν χορῶν κατὰ ταὐτὰ σχεδὸν πάντα Ἕλλησι· ἀντὶ δὲ φαλλῶν ἄλλα σφι ἐστὶ ἐξευρημένα, ὅσον τε πηχυαῖα ἀγάλματα νευρόσπαστα, τὰ περιφορέουσι κατὰ κώμας γυναῖκες, νεῦον τὸ αἰδοῖον, οὐ πολλῷ τεῳ ἔλασσον ἐὸν τοῦ ἄλλου σώματος· προηγέεται δὲ αὐλός, αἳ δὲ ἕπονται ἀείδουσαι τὸν Διόνυσον. 3 διότι δὲ μέζον τε ἔχει τὸ αἰδοῖον καὶ κινέει μοῦνον τοῦ σώματος, ἔστι λόγος περὶ αὐτοῦ ἱρὸς λεγόμενος.
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1) Invece in onore di Dioniso, la vigilia della festa, ciascuno sgozza un porcellino davanti alla propria porta e lo consegna allo stesso porcaro che glielo aveva venduto perché se lo porti via. 2) Per il resto, a parte l'assenza di cori, la festa dedicata dagli Egiziani a Dioniso è pressoché identica a quella dei Greci. Al posto dei falli hanno inventato statuette mosse da fili, alte circa un cubito che le donne portano in giro per i villaggi; ogni marionetta è fornita di un pene oscillante, lungo quasi quanto il resto del corpo. In testa alla processione va un suonatore di flauto, le donne lo seguono inneggiando a Dioniso. 3) Una leggenda sacra spiega per quale ragione il fallo è così sproporzionato e perché nelle statuette è l'unica parte dotata di movimento.
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