Sallustio: Bellum Iugurthinum, 80

Iugurtha postquam amissa Thala nihil satis firmum contra Metellum putat, per magnas solitudines cum paucis profectus pervenit ad Gaetulos, genus hominum ferum incultumque et eo tempore ignarum nominis Romani. Eorum multitudinem in unum cogit ac paulatim consuefacit ordines habere, signa sequi, imperium obseruare, item alia militaria facere. Praeterea regis Bocchi proximos magnis muneribus et maioribus promissis ad studium sui perducit, quis adiutoribus regem aggressus impellit, uti aduersus Romanos bellum incipiat. Id ea gratia facilius proniusque fuit, quod Bocchus initio huiusce belli legatos Romam miserat foedus et amicitiam petitum, quam rem opportunissimam incepto bello pauci impediuerant caeci auaritia, quis omnia honesta atque inhonesta vendere mos erat. Et iam antea Iugurthae filia Boccho nupserat, verum ea necessitudo apud Numidas Maurosque leuis ducitur, quia singuli pro opibus quisque quam plurimas uxores, denas alii, alii pluris habent, sed reges eo amplius. Ita animus multitudine distrahitur: nulla pro socia obtinet, pariter omnes viles sunt.

1 commento:

  1. 1 Giugurta, convinto che dopo la perdita di Tala nulla potesse più
    resistere a Metello, s'inoltrò con pochi uomini attraverso vasti deserti e
    giunse presso i Getuli, popolo selvaggio e barbaro, che non conosceva
    ancora il nome di Roma. 2 Ne raccoglie un gran numero e poco per volta li
    abitua a marciare in file ordinate, a seguire le insegne, a obbedire agli
    ordini e ad attenersi alle altre norme della vita militare. 3 Inoltre, con
    gran doni e con promesse ancora maggiori guadagna alla sua causa gli amici
    più intimi del re Bocco; con il loro aiuto riesce ad avvicinare il re e lo
    induce a intraprendere la guerra contro Roma. 4 Ciò gli riuscì tanto più
    agevole e naturale in quanto all'inizio della guerra Bocco aveva mandato
    dei messi a Roma per chiedere un trattato di alleanza; 5 ma questo accordo
    vantaggiosissimo per la guerra da noi intrapresa era stato impedito da
    pochi uomini resi ciechi dall'avidità e abituati a far mercato di ogni
    cosa onesta o disonesta. 6 Inoltre già in precedenza Giugurta aveva
    sposato una figlia di Bocco. Veramente questo vincolo ha poca importanza
    presso i Numidi e i Mauri, dal momento che ciascuno di essi può avere, a
    seconda dei mezzi, parecchie mogli, chi dieci, chi più, e i re un numero
    ancora maggiore. 7 Così, suddiviso fra molte donne, l'affetto si disperde:
    nessuna è considerata una vera compagna, ma tutte sono egualmente tenute
    in scarsa considerazione.

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