Sallustio: Bellum Iugurthinum, 72

Ad ea rex, aliter atque animo gerebat, placide respondit. Bomilcare aliisque multis, quos socios insidiarum cognoverat, interfectis iram oppresserat, ne qua ex eo negotio seditio oreretur. Neque post id locorum Iugurthae dies aut nox ulla quieta fuit: neque loco neque mortali cuiquam aut tempori satis credere, civis hostisque iuxta metuere, circumspectare omnia et omni strepitu pauescere, alio atque alio loco, saepe contra decus regium, noctu requiescere, interdum somno excitus arreptis armis tumultum facere: ita formidine quasi vecordia exagitari.

1 commento:

  1. 1 A queste parole il re rispose amichevolmente, dissimulando i suoi
    veri sentimenti. Dopo aver fatto uccidere Bomilcare e molti altri di cui
    aveva accertato la complicità nel tradimento, aveva soffocato la sua
    collera, nel timore che quella vicenda potesse causare una rivolta. 2 Ma
    da quel momento Giugurta non ebbe più pace, né di giorno né di notte;
    sospettava di ogni luogo, di ogni persona, di ogni circostanza; temeva
    tanto i concittadini quanto i nemici; vedeva il pericolo ovunque e si
    allarmava per ogni rumore; la notte dormiva ora in un luogo ora in un
    altro, spesso senza alcun rispetto per la sua dignità regale. Talvolta si
    svegliava di soprassalto e, afferrate le armi, suscitava grande
    scompiglio: in una parola, era sconvolto da un terrore simile alla follia.

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