Sallustio: Bellum Iugurthinum, 51

Ceterum facies totius negoti varia, incerta, foeda atque miserabilis: dispersi a suis pars cedere, alii insequi; neque signa neque ordines obseruare; ubi quemque periculum ceperat, ibi resistere ac propulsare; arma tela, equi viri, hostes atque ciues permixti; nihil consilio neque imperio agi, fors omnia regere. Itaque multum diei processerat, cum etiam tum eventus in incerto erat. Denique omnibus labore et aestu languidis Metellus, ubi videt Numidas minus instare, paulatim milites in unum conducit, ordines restituit it cohortis legionarias quattuor aduersum pedites hostium collocat. Eorum magna pars superioribus locis fessa consederat. Simul orare et hortari milites, ne deficerent neu paterentur hostis fugientis vincere: neque illis castra esse neque munimentum ullum, quo cedentes tenderent; in armis omnia sita. Sed ne Iugurtha quidem interea quietus erat: circumire, hortari; renovare proelium et ipse cum delectis temptare omnia; subvenire suis, hostibus dubiis instare, quos firmos cognoverat, eminus pugnando retinere.

2 commenti:

  1. 1 La scena del combattimento era nel suo insieme varia, incerta, atroce
    e toccante. Separati dai compagni, alcuni si ritiravano, altri
    attaccavano. Non badavano più alle insegne né ai ranghi, ma ciascuno, là
    dove era colto dal pericolo, manteneva la propria posizione e respingeva
    il nemico. Scudi, lance, cavalli, uomini, Numidi e Romani erano tutti
    confusi nella mischia. Non c'era più un piano o un ordine cui attenersi:
    tutto era affidato al caso. 2 Buona parte della giornata era così
    trascorsa e l'esito della battaglia era ancora incerto. 3 Infine, quando
    tutti erano stremati dallo sforzo e dalla calura, Metello, avendo notato
    che i Numidi attaccavano con minor vigore, raccoglie a poco a poco i
    soldati, riforma i ranghi e dispone quattro coorti di legionari contro i
    fanti nemici, la maggior parte dei quali si era rifugiata sulle alture per
    la stanchezza. 4 Nello stesso tempo pregava i soldati esortandoli a non
    scoraggiarsi e a non lasciare la vittoria a un nemico in fuga. Aggiungeva
    che non avevano accampamenti né luoghi fortificati dove rifugiarsi in caso
    di ritirata: il loro destino era affidato alle armi. 5 Intanto neppure
    Giugurta restava inoperoso: andava intorno, incoraggiava gli uomini,
    rinfocolava la lotta, e lui stesso, con soldati scelti, non lasciava nulla
    di intentato, accorreva in aiuto dei suoi, attaccava il nemico nei punti
    deboli e tratteneva indietro, combattendo da lontano, quelli che vedeva
    saldi.

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