Sallustio: Bellum Iugurthinum, 37

Ea tempestate Romae seditionibus tribuniciis atrociter res publica agitabatur. P. Lucullus et L. Annius tribuni plebis resistentibus collegis continuare magistratum nitebantur, quae dissensio totius anni comitia impediebat. Ea mora in spem adductus Aulus, quem pro praetore in castris relictum supra diximus, aut conficiendi belli aut terrore exercitus ab rege pecuniae capiendae milites mense Ianuario ex hibernis in expeditionem euocat, magnisque itineribus hieme aspera pervenit ad oppidum Suthul, ubi regis thesauri erant. Quod quamquam et saevitia temporis et opportunitate loci neque capi neque obsideri poterat--nam circum murum situm in praerupti montis extremo planities limosa hiemalibus aquis paludem fecerat--, tamen aut simulandi gratia, quo regi formidinem adderet, aut cupidine caecus ob thesauros oppidi potiendi vineas agere, aggerem iacere aliaque, quae incepto usui forent, properare.

1 commento:

  1. 1 In quel tempo i disordini fomentati dai tribuni sconvolgevano
    violentemente la vita politica romana. 2 I tribuni della plebe Publio
    Lucullo e Lucio Annio cercavano di rimanere in carica contro il parere dei
    colleghi, e tale dissenso impediva i comizi per l'intero anno. 3 Aulo,
    lasciato, come si è detto, al campo con funzione di propretore, fu indotto
    da questo ritardo a sperare o di concludere la guerra o di estorcere
    denaro al re minacciandolo con l'esercito. Nel mese di gennaio fa dunque
    uscire le sue truppe dai quartieri invernali per una spedizione e le
    conduce a marce forzate, nonostante i rigori della stagione, in prossimità
    della città di Suthul, in cui si custodiva il tesoro del re. 4
    L'inclemenza della stagione e la natura dei luoghi non consentivano né di
    prenderla né di assediarla, dato che attorno alle mura, situate sul ciglio
    di rocce scoscese, era una piana fangosa, che le piogge invernali avevano
    trasformato in palude. Malgrado ciò, Aulo, o perché volesse intimorire il
    re con una finta manovra, o perché fosse accecato dal desiderio di
    impadronirsi della città col suo tesoro, fa avanzare le vinee, innalza il
    terrapieno e affretta gli altri lavori necessari alla riuscita
    dell'impresa.

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