Sallustio: Bellum Iugurthinum, 15

Postquam rex finem loquendi fecit, legati Iugurthae largitione magis quam causa freti paucis respondent: Hiempsalem ob saevitiam suam ab Numidis interfectum, Adherbalem ultro bellum inferentem, postquam superatus sit, queri, quod iniuriam facere nequiuisset. Iugurtham ab senatu petere, ne se alium putarent ac Numantiae cognitus esset, neu verba inimici ante facta sua ponerent. Deinde utrique curia egrediuntur. Senatus statim consulitur. Fautores legatorum, praeterea senatus magna pars gratia deprauata Adherbalis dicta contemnere, Iugurthae virtutem extollere laudibus; gratia, voce, denique omnibus modis pro alieno scelere et flagitio, sua quasi pro gloria, nitebantur. At contra pauci, quibus bonum et aequum divitiis carius erat, subueniendum Adherbali et Hiempsalis mortem seuere vindicandam censebant, sed ex omnibus maxime Aemilius Scaurus, homo nobilis impiger factiosus, auidus potentiae honoris divitiarum, ceterum vitia sua callide occultans. Is postquam videt regis largitionem famosam impudentemque, veritus, quod in tali re solet, ne polluta licentia invidiam accenderet, animum a consueta libidine continuit.

1 commento:

  1. 1 Quando il re ebbe finito di parlare, gli ambasciatori di Giugurta,
    fidando più nel denaro elargito che nella bontà della causa, replicano
    brevemente, sostenendo che Iempsale era stato ucciso dai Numidi per la sua
    crudeltà; che Aderbale, il vero aggressore, dopo essere stato vinto,
    veniva a lamentarsi di non essere riuscito a commettere un sopruso.
    Giugurta chiedeva al senatore di non ritenerlo diverso da quello che
    avevano conosciuto a Numanzia e di non anteporre le parole di un nemico
    alle sue imprese. 2 Le due parti escono, quindi, dalla Curia, e il senato
    comincia sùbito la consultazione. I sostenitori degli ambasciatori di
    Giugurta, nonché gran parte dei senatori, fuorviati da influenze
    personali, ostentavano disprezzo per le parole di Aderbale ed esaltavano
    il valore di Giugurta: valendosi del loro prestigio, della loro eloquenza,
    in una parola di ogni mezzo possibile, si battevano per il delitto e la
    vergogna altrui, quasi come per la loro propria gloria. 3 Per contro, una
    minoranza, che stimava la rettitudine e la giustizia più della ricchezza,
    riteneva che si dovesse venire in aiuto di Aderbale e vendicare
    severamente la morte di Iempsale. 4 Più di tutti vi si accalorava Emilio
    Scauro, uomo della nobiltà, infaticabile, fazioso, avido di potere, di
    onori e di ricchezza, ma abile dissimulatore dei suoi difetti. 5 Questi,
    avendo visto le elargizioni scandalose e impudenti del re e temendo lo
    sdegno che suole suscitare, in tali casi, l'abuso senza ritegno, seppe
    contenere la sua consueta rapacità.

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