Sallustio: Bellum Iugurthinum, 114

Per idem tempus aduersum Gallos ab ducibus nostris Q. Caepione et Cn. Manlio male pugnatum. Quo metu Italia omnis contremuerat. Illincque [et inde] usque ad nostram memoriam Romani sic habuere, alia omnia virtuti suae prona esse, cum Gallis pro salute, non pro gloria certare. Sed postquam bellum in Numidia confectum et Iugurtham Romam vinctum adduci nuntiatum est, Marius consul absens factus est, et ei decreta prouincia Gallia, isque Kalendis Ianuariis magna gloria consul triumphauit. Et ea tempestate spes atque opes civitatis in illo sitae.

1 commento:

  1. 1 In quello stesso periodo i nostri comandanti Quinto Cepione e Gneo
    Manlio subirono una disfatta combattendo contro i Galli: 2 tutta l'Italia
    aveva tremato di paura. Da quel tempo sino ai giorni nostri i Romani hanno
    sempre pensato che il resto del mondo dovesse piegarsi al loro volere: con
    i Galli, però, si combatteva per la salvezza, non per la gloria. 3 Quando
    la guerra in Numidia ebbe termine e fu annunziato che Giugurta veniva
    condotto a Roma in catene, Mario, benché assente, fu eletto console e gli
    fu assegnata la provincia della Gallia. Il primo di gennaio, da console,
    celebrò solennemente il trionfo. 4 In quel tempo le speranze e la
    grandezza di Roma erano riposte in lui.

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