Sallustio: Bellum Iugurthinum, 113
Haec Maurus secum ipse diu voluens tandem promisit; ceterum dolo an vere cunctatus, parum comperimus. Sed plerumque regiae voluntates ut vehementes sic mobiles, saepe ipsae sibi aduersae. Postea tempore et loco constituto, in colloquium uti de pace veniretur, Bocchus Sullam modo, modo Iugurthae legatum appellare, benigne habere, idem ambobus polliceri. Illi pariter laeti ac spei bonae pleni esse. Sed nocte ea, quae proxima fuit ante diem colloquio decretum, Maurus adhibitis amicis ac statim immutata voluntate remotis ceteris dicitur secum ipse multum agitauisse, uultu colore motu corporis pariter atque animo varius; quae scilicet ita tacente ipso occulta pectoris patefecisse. Tamen postremo Sullam accersi iubet et ex illius sententia Numidae insidias tendit. Deinde ubi dies advenit et ei nuntiatum est Iugurtham haud procul abesse, cum paucis amicis et quaestore nostro quasi obvius honoris causa procedit in tumulum facillimum visu insidiantibus. Eodem Numida cum plerisque necessariis suis inermis, uti dictum erat, accedit, ac statim signo dato undique simul ex insidiis invaditur. Ceteri obtruncati, Iugurtha Sullae vinctus traditur et ab eo ad Marium deductus est.
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1 Il Mauro, dopo aver riflettuto a lungo su queste proposte, alla
RispondiEliminafine promise. Se la sua esitazione fosse simulata o sincera, non saprei
dire. Ma di regola le decisioni dei re sono tanto precipitose quanto
volubili, e spesso addirittura contraddittorie. 2 Fissati quindi il giorno
e il luogo per le trattative di pace, Bocco convoca ora Silla ora
l'inviato di Giugurta, li riceve amichevolmente e fa le stesse promesse
all'uno e all'altro; e quelli erano egualmente compiaciuti e pieni di
fiducia. 3 Ma nella notte che precedeva il giorno stabilito per il
colloquio, il Mauro prima convocò gli amici e sùbito dopo, cambiato
parere, li allontanò tutti. Si dice che meditò a lungo fra sé, mutando
l'espressione del volto e degli occhi col mutare dell'animo e rivelando,
anche nel suo silenzio, i pensieri più intimi. 4 Alla fine, tuttavia, fa
chiamare Silla e seguendo il suo consiglio tende un agguato al Numida. 5
Quando poi venne il giorno e gli fu annunziato che Giugurta non era
lontano, con pochi amici e col nostro questore gli va incontro come per
rendergli onore e s'avvia verso un'altura ben esposta alla vista di quelli
che erano in agguato. 6 Il Numida, accompagnato da un gran numero di
amici, senz'armi come si era detto, si reca nello stesso luogo; e
d'improvviso, dato il segnale, gli uomini posti in agguato lo assalgono da
tutte le parti contemporaneamente. 7 Tutti gli altri sono trucidati;
Giugurta, in catene, viene consegnato a Silla e da lui è condotto a Mario.