De bello Gallico / Libro VII, 58

Labienus primo vineas agere, cratibus atque aggere paludem explere atque iter munire conabatur. Postquam id difficilius confieri animadvertit, silentio e castris tertia vigilia egressus eodem quo venerat itinere Metiosedum pervenit. Id est oppidum Senonum in insula Sequanae positum, ut paulo ante de Lutetia diximus. Deprensis navibus circiter quinquaginta celeriterque coniunctis atque eo militibus iniectis et rei novitate perterritis oppidanis, quorum magna pars erat ad bellum evocata, sine contentione oppido potitur. Refecto ponte, quem superioribus diebus hostes resciderant, exercitum traducit et secundo flumine ad Lutetiam iter facere coepit. Hostes re cogmta ab eis, qui Metiosedo fugerant, Lutetiam incendi pontesque eius oppidi rescindi iubent; ipsi profecti a palude ad ripas Sequanae e regione Lutetiae contra Labieni castra considunt.

1 commento:

  1. Labieno prima tentò di spingere in avanti le vinee, di riempire la palude con fascine e zolle e di costruirsi un passaggio. Quando capi che l'operazione era troppo difficile, dopo mezzanotte uscì in silenzio dall'accampamento e raggiunse Metlosedo per la stessa strada da cui era venuto. Metlosedo è una città dei Senoni che sorge su un'isola della Senna, come Lutezia, di cui si è detto. Cattura circa cinquanta navi, le collega rapidamente e imbarca i soldati. Gli abitanti (i pochi rimasti, perché la maggior parte era lontana in guerra) rimangono atterriti dall'evento improvviso: Labieno prende la città senza neppure combattere. Ricostruisce il ponte distrutto dai nemici nei giorni precedenti, guida l'esercito sull'altra sponda e punta su Lutezia, seguendo il corso del fiume. I nemici, avvertiti dai fuggiaschi di Metlosedo, ordinano di incendiare Lutezia e di distruggere i ponti della città. Abbandonano la palude e si attestano lungo le rive della Senna, davanti a Lutezia, proprio di fronte a Labieno.

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