De bello Gallico / Libro V, 31

Consurgitur ex consilio; comprehendunt utrumque et orant, ne sua dissensione et pertinacia rem in summum periculum deducat: facilem esse rem, seu maneant, seu proficiscantur, si modo unum omnes sentiant ac probent; contra in dissensione nullam se salutem perspicere. Res disputatione ad mediam noctem perducitur. Tandem dat Cotta permotuc manus: superat sententia Sabini. Pronuntiatu prima luce ituros. Consumitur vigiliis reliqua pars noctis, cum sua quisque miles circumspiceret, quic secum portare posset, quid ex instrumento hibernorum relinquere cogeretur. Omnia excogitantur, quare nec sine periculo maneatur, et languore militulr et vigiLus periculum augeatur. Prima luce sic ex castris proficiscuntur, ut quibus esset persuas non ab hoste, sed ab homine amicissimo Ambiorige consilium datum, longissimo agmine maximisque impedimentis.

1 commento:

  1. Si alzano dal consiglio, prendono nel mezzo entrambi i legati e li pregano di non portare la situazione al massimo rischio con il loro dissenso ostinato; la faccenda era facile sia rimanendo, sia levando le tende, purché tutti fossero dello stesso avviso e partito; in caso di disaccordo, invece, non intravedevano alcuna speranza di salvezza. La discussione prosegue fino a notte fonda. Alla fine Cotta, turbato, si dà per vinto: prevale il parere di Sabino. La partenza viene annunciata per l'alba. Il resto della notte la passano a vegliare, ogni soldato valuta che cosa possa prendere con sé e quali oggetti dell'accampamento invernale debba abbandonare per forza. Le pensano tutte pur di non garantire, la mattina dopo, una partenza priva di rischi, e di aumentare il pericolo con la stanchezza dei soldati, dovuta alla veglia. All'alba lasciano il campo, non come se fossero stati persuasi dal nemico, ma quasi che avessero accolto il suggerimento di un amico di provata lealtà, Ambiorige. L'esercito in marcia formava una schiera interminabile, con numerosissimi bagagli.

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