De bello Gallico / Libro III, 2
Cum dies hibernorum complures transissent frumentumque eo comportari iussisset, subito per exploratores certior factus est ex ea parte vici, quam Gallis concesserat, omnes noctu discessisse montesque qui impenderent a maxima multitudine Sedunorum et Veragrorum teneri. Id aliquot de causis acciderat, ut subito Galli belli renovandi legionisque opprimendae consilium caperent: primum, quod legionem neque eam plenissimam detractis cohortibus duabus et compluribus singillatim, qui commeatus petendi causa missi erant, absentibus propter paucitatem despiciebant; tum etiam, quod propter iniquitatem loci, cum ipsi ex montibus in vallem decurrerent et tela coicerent, ne primum quidem impetum suum posse sustineri existimabant. Accedebat quod suos ab se liberos abstraetos obsidum nomine dolebant, et Romanos non solum itinerum causa sed etiam perpetuae possessionis culmina Alpium oceupare conari et ea loca finitimae provinciae adiungere sibi persuasum habebant.
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Galba, trascorsi già parecchi giorni nell'accampamento invernale, aveva dato ordine di consegnare le scorte di grano, quando improvvisamente seppe dagli esploratori che, di notte, tutta la popolazione aveva abbandonato la parte di villaggio concessa ai Galli e che i monti sovrastanti erano nelle mani di una massa enorme di Seduni e Veragri. Le cause che avevano spinto i Galli a prendere repentinamente la decisione di riaprire le ostilità e di cogliere di sorpresa la nostra legione erano molteplici: primo, disprezzavano lo scarso numero dei nostri - la legione, in effetti, non era al completo, perché le mancavano due coorti e molti soldati che, a piccoli gruppi, erano stati mandati in cerca di viveri; secondo, ritenevano che i nostri, in posizione svantaggiosa com'erano, non avrebbero potuto reggere neppure al primo assalto, quando essi, scagliando dardi, si fossero lanciati all'attacco dai monti verso valle. A ciò si aggiungeva il risentimento per i loro figli sottratti come ostaggi e la convinzione che i Romani cercassero di occupare le cime delle Alpi non tanto per aprire una via, quanto per prendere definitivamente possesso delle loro regioni, annettendole alla nostra provincia, che con esse confinava.
RispondiEliminaEssendo trascorsi molti giorni dei quartieri d'inverno e avendo comandato di portare lì il frumento, all'improvviso venne a sapere per mezzo di esploratori che tutti da quella parte del cantone che aveva concesso ai Galli, di notte si erano allontanati e che i8 monti, che sovrastavano, erano tenuti da un grandissimo numero di Seduni e Varagri. Per alcuni motivi era accaduto ciò che (cioè) i Galli all'improvviso prendessero la decisione di rinnovare la guerra e di assalire la legione: prima di tutto perché disprezzavano per il piccolo numero la legione e per di più non numerosissima, essendo state detratte due coorti ed essendo assenti parecchi che separatamente erano stati mandati per cercare vettovaglie; allora anche perché pensavano che non potesse essere sostenuto neppure il primo loro assalto per la condizione sfavorevole del luogo, giacché essi correvano giù dai monti nella valle e scagliavano dardi. Si aggiungeva il fatto che si dolevano che i loro figli fossero stati condotti via da loro sotto il titolo di ostaggi e che i Romani tentassero di occupare le sommità delle Alpi non solo per i viaggi, ma anche per eterno possesso e che avevano la convinzione di congiungere a loro quei luoghi della provincia confinante.
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