Storie Libro I, 61

1 ἀπολαβὼν δὲ τὴν τυραννίδα τρόπῳ τῷ εἰρημένῳ ὁ Πεισίστρατος κατὰ τὴν ὁμολογίην τὴν πρὸς Μεγακλέα γενομένην γαμέει τοῦ Μεγακλέος τὴν θυγατέρα. οἷα δὲ παίδων τέ οἱ ὑπαρχόντων νεηνιέων καὶ λεγομένων ἐναγέων εἶναι τῶν Ἀλκμεωνιδέων, οὐ βουλόμενός οἱ γενέσθαι ἐκ τῆς νεογάμου γυναικὸς τέκνα ἐμίσγετό οἱ οὐ κατὰ νόμον.2 τὰ μέν νυν πρῶτα ἔκρυπτε ταῦτα ἡ γυνή, μετὰ δὲ εἴτε ἱστορεύσῃ εἴτε καὶ οὒ φράζει τῇ ἑωυτῆς μητρί, ἣ δὲ τῷ ἀνδρί. ὀργῇ δὲ ὡς εἶχε καταλλάσσετο τὴν ἔχθρην τοῖσι στασιώτῃσι. μαθὼν δὲ ὁ Πεισίστρατος τὰ ποιεύμενα ἐπ᾽ ἑωυτῷ ἀπαλλάσσετο ἐκ τῆς χώρης τὸ παράπαν, ἀπικόμενος δὲ ἐς Ἐρέτριαν ἐβουλεύετο ἅμα τοῖσι παισί.3 Ἱππίεω δὲ γνώμῃ νικήσαντος ἀνακτᾶσθαι ὀπίσω τὴν τυραννίδα, ἐνθαῦτα ἤγειρον δωτίνας ἐκ τῶν πολίων αἵτινές σφι προαιδέοντό κού τι. πολλῶν δὲ μεγάλα παρασχόντων χρήματα, Θηβαῖοι ὑπερεβάλοντο τῇ δόσι τῶν χρημάτων. 4 μετὰ δέ, οὐ πολλῷ λόγῳ εἰπεῖν, χρόνος διέφυ καὶ πάντα σφι ἐξήρτυτο ἐς τὴν κάτοδον· καὶ γὰρ Ἀργεῖοι μισθωτοὶ ἀπίκοντο ἐκ Πελοποννήσου, καὶ Νάξιός σφι ἀνὴρ ἀπιγμένος ἐθελοντής, τῷ οὔνομα ἦν Λύγδαμις, προθυμίην πλείστην παρείχετο, κομίσας καὶ χρήματα καὶ ἄνδρας.

1 commento:

  1. Riavuto il potere nel modo ora esposto, Pisistrato rispettò l'accordo preso con Megacle e ne sposò la figlia; ma poiché aveva già dei figli adulti e correva fama che sugli Alcmeonidi pesasse la maledizione divina, non volendo avere prole dalla nuova moglie, non si univa con lei come vuole natura. La donna, lì per lì, tenne nascosta la cosa, ma poi, che glielo avessero chiesto o meno, ne parlò alla madre; e questa lo riferì al marito. Il fatto fu considerato un terribile affronto da parte di Pisistrato: in preda all'ira com'era, Megacle si riconciliò con quelli della sua fazione. Pisistrato, informato di quanto si stava concretizzando ai suoi danni, non esitò ad allontanarsi dal paese: si rifugiò a Eretria e lì studiò la situazione insieme coi figli. Prevalse il parere di Ippia, di tentare la riconquista del potere, e allora cominciarono a sollecitare doni dalle città che in qualche modo erano obbligate nei loro confronti. E fra le tante città che fornirono ingenti somme di denaro i Tebani superarono tutti con il loro contributo. Insomma, per farla breve, venne il momento in cui tutto era pronto per il rientro in Atene: dal Peloponneso erano arrivati dei mercenari argivi, e un uomo di Nasso, di nome Ligdami, giunse di sua iniziativa, ben fornito di uomini e mezzi, e offrì i suoi servigi.

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