Sallustio: De Catilinae coniuratione, 4
Igitur ubi animus ex multis miseriis atque periculis requievit et mihi reliquam aetatem a re publica procul habendam decrevi, non fuit consilium socordia atque desidia bonum otium conterere neque vero agrum colundo aut venando, servilibus officiis, intentum aetatem agere; sed, a quo incepto studioque me ambitio mala detinuerat, eodem regressus statui res gestas populi Romani carptim, ut quaeque memoria digna videbantur, perscribere, eo magis, quod mihi a spe, metu, partibus rei publica animus liber erat. Igitur de Catilinae coniuratione, quam verissume potero, paucis absolvam; nam id facinus in primis ego memorabile existumo sceleris atque periculi novitate. De cuius hominis moribus pauca prius explananda sunt, quam initium narrandi faciam.
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Dunque, allorché l'animo trovò posa fra tante tribolazioni e pericoli, e
RispondiEliminadecisi di trascorrere il resto della mia vita lontano dalle cure
pubbliche, non pensai di consumare un tempo prezioso nell'inerzia e nella
pigrizia, né spenderlo dedicandomi all'agricoltura o alla caccia, attività
da schiavi; ma tornato alla mia passione d'un tempo da cui mi aveva
distolto la mala ambizione, decisi di narrare le gesta del popolo romano
per episodi, così come mi risultavano degne di memoria, tanto più che
avevo l'animo scevro da speranze, timori, passioni politiche.
Dunque narrerò in breve, con quanta più verità potrò, la congiura di
Catilina; poiché tale fatto stimo sopra tutti memorabile per
l'eccezionalità del delitto e del rischio. Ma prima di cominciare il
racconto, mi corre l'obbligo di esporre qualcosa sull'indole di costui.