- O Tite, si quid ego adiuero curamve levasso,
- Quae nunc te coquit et versat in pectore fixa,
- Ecquid erit praemi?
Licet enim mihi versibus eisdem adfari te, Attice, quibus adfatur Flamininum
- Ille vir haud magna cum re, sed plenus fidei;
quamquam certo scio non, ut Flamininum,
- Sollicitari te, Tite, sic noctesque diesque;
novi enim moderationem animi tui et aequitatem, teque non cognomen solum Athenis deportasse, sed humanitatem et prudentiam intellego. Et tamen te suspicor eisdem rebus quibus me ipsum interdum gravius commoveri, quarum consolatio et maior est et in aliud tempus differenda. Nunc autem visum est mihi de senectute aliquid ad te conscribere.
Se la fitta in tuo cor doglia molesta,
RispondiEliminaO Tito mio, mitigar m'è dato,
Della buon'opra mi darai mercede?
Concedi, Attico, di rivolgermi a te con i medesimi metri, che Ennio poeta, meno eminente per ricchezze che per animo sensibile alla schietta amicizia, rivolgeva a Tito Quinzio Flamminino, comunque io menomamente non ti creda la mente giorno e notte così agitata, siccome a quel personaggio. Sono a me troppo noti il senso e la mitezza tua, portando io ferma opinione che tu prendesti il soprannome da Atene non, che nel puro tuo accento greco, per l’amenità dei costumi e la giudiziosa fermezza.
Tuttavia suppongo te dagli stessi casi profondamente commosso, che me pure talvolta tengono turbato, a confortarci de’ quali da noi soli non bastiamo, ed unico sollievo possiamo aspettarlo dal tempo.
"O Tito, se ti aiuterò e attenuerò l'inquietudine che ora ti brucia e ti affligge conficcata nel petto, quale ricompensa avrò?" Mi è infatti possibile rivolgermi a te, o Attico, con gli stessi versi con cui si rivolge Flaminio "Quell'uomo, non con grandi ricchezze, ma pieno di onestà". Sebbene sappia certamente che tu, come Flaminio, non "Sei tormentato, o Tito, così notte e giorno". Conosco infatti la moderazione e l'equilibrio della tua mente, e capisco che da Atene non hai riportato solo il soprannome, ma anche la cultura e la prudenza. E tuttavia sospetto che tu sia preoccupato dalle stesse cose che attanagliano anche me in modo alquanto insopportabile, la cui consolazione è piuttosto difficile e deve essere rinviata in altro tempo. Ora invece mi è sembrato opportuno commporre qualcosa per te a proposito della vecchiaia.
RispondiElimina«O Tito, se ti aiuto e ti libero dell'angoscia
RispondiEliminache ora, confitta nel cuore, ti brucia e ti tormenta,
che ricompensa avrò?»
Posso davvero rivolgermi a te, Attico, con gli stessi versi con cui a
Flaminino si rivolge
«quell'uomo non di grandi ricchezze, ma pieno di lealtà»
anche se sono sicuro che, diversamente da Flaminino, non
«ti agiti così, Tito, giorno e notte».
Conosco la misura e l'equilibrio del tuo animo e so che da Atene non hai
riportato solo il tuo soprannome, ma anche cultura e saggezza. E tuttavia
sospetto che, talvolta, ti assillino molto gravemente i problemi che
travagliano anche me. Consolarsi da essi è impresa assai ardua e da
differirsi ad altro momento.
Ora, invece, mi è sembrato opportuno comporre per te qualcosa sulla
vecchiaia.