Tacito: De origine et situ Germanorum (Germania), 25

Ceteris servis non in nostrum morem, descriptis per familiam ministeriis, utuntur: suam quisque sedem, suos penates regit. Frumenti modum dominus aut pecoris aut vestis ut colono iniungit, et servus hactenus paret: cetera domus officia uxor ac liberi exsequuntur. Verberare servum ac vinculis et opere coercere rarum: occidere solent, non disciplina et severitate, sed impetu et ira, ut inimicum, nisi quod impune est. Liberti non multum supra servos sunt, raro aliquod momentum in domo, numquam in civitate, exceptis dumtaxat iis gentibus quae regnantur. Ibi enim et super ingenuos et super nobiles ascendunt: apud ceteros impares libertini libertatis argumentum sunt.

1 commento:

  1. Gli schiavi per altro non li impiegano, come noi, assegnando loro
    compiti precisi: ciascuno di essi è libero di regolare a suo piacere la
    propria abitazione e la propria famiglia. Il padrone pretende una certa
    quantità di frumento, di bestiame o di tessuto, come da un colono, e lo
    schiavo, entro questi limiti, deve obbedire; al resto delle incombenze
    domestiche provvedono la moglie e i figli del padrone. Raro è il caso di
    uno schiavo picchiato, messo in prigione o spedito ai lavori forzati.
    Capita che lo uccidano, non in nome della disciplina o per severità, ma in
    un impeto d'ira, come un nemico personale, e con la differenza che il
    gesto resta impunito. I liberti sono in condizione non migliore degli
    schiavi e raramente hanno qualche influenza nelle faccende private, mai
    nella vita pubblica, salvo per quelle popolazioni che hanno un re. Là
    salgono più in alto dei liberi e dei nobili: presso tutte le altre
    popolazioni l'inferiorità dei liberti è prova che esiste la libertà.

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