Sallustio: Bellum Iugurthinum, 77

Sed pariter cum capta Thala legati ex oppido Lepti ad Metellum venerant orantes, uti praesidium praefectumque eo mitteret: Hamilcarem quendam, hominem nobilem factiosum, novis rebus studere, aduersum quem neque imperia magistratuum neque leges valerent; ni id festinaret, in summo periculo suam salutem, illorum socios fore. Nam Leptitani iam inde a principio belli Iugurthini ad Bestiam consulem et postea Romam miserant amicitiam societatemque rogatum. Deinde ubi ea impetrata, semper boni fidelesque mansere et cuncta a Bestia, Albino Metelloque imperata naue fecerant. Itaque ab imperatore facile quae petebant adepti. Emissae eo cohortes Ligurum quattuor et C. Annius praefectus.

1 commento:

  1. 1 Ma al momento della presa di Tala si erano recati da Metello
    degli ambasciatori della città di Leptis e lo avevano pregato di inviar
    loro una guarnigione e un governatore, perché un nobile fazioso, un certo
    Amilcare, cercava di sovvertire lo stato e contro di lui non valevano né
    l'autorità dei magistrati né le leggi. Se Metello non fosse prontamente
    intervenuto, essi, alleati dei Romani, si sarebbero trovati in una
    situazione di grande pericolo. 2 I Leptitani, difatti, già sin dall'inizio
    della guerra giugurtina avevano mandato a chiedere prima al console Bestia
    e poi a Roma amicizia e alleanza. 3 Ottenutele, erano sempre rimasti
    sinceramente fedeli e avevano scrupolosamente eseguito tutti gli ordini di
    Bestia, Albino e Metello. 4 Ottennero dunque facilmente dal comandante ciò
    che chiedevano e furono loro inviate quattro coorti di Liguri sotto il
    comando di Gaio Annio.

    RispondiElimina