Sallustio: Bellum Iugurthinum, 45
Sed in ea difficultate Metellum nec minus quam in rebus hostilibus magnum et sapientem virum fuisse comperior: tanta temperantia inter ambitionem saevitiamque moderatum. Namque edicto primum adiumenta ignaviae sustulisse: ne quisquam in castris panem aut quem alium cibum coctum venderet, ne lixae exercitum insequerentur, ne miles hastatus aut gregarius in castris neue in agmine seruum aut iumentum haberet; ceteris arte modum statuisse. Praeterea transuersis itineribus cottidie castra movere, iuxta ac si hostes adessent vallo atque fossa munire, vigilias crebras ponere et eas ipse cum legatis circumire; item in agmine in primis modo, modo [in] postremis, saepe in medio adesse, ne quispiam ordine egrederetur, ut cum signis frequentes incederent, miles cibum et arma portaret. Ita prohibendo a delictis magis quam vindicando exercitum brevi confirmauit.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 Ma io trovo che nel superare questi ostacoli, non meno che nel
RispondiEliminacondurre la guerra, Metello si rivelò uomo grande e saggio, capace di
mantenere una giusta misura tra l'indulgenza e la severità. 2 Dapprima
abolì con un editto tutto ciò che poteva favorire l'ozio. Proibì che nel
campo si vendesse il pane o qualsiasi altro cibo cotto, vietò ai
vivandieri di seguire l'esercito e ai soldati, astati o gregari che
fossero, di tenere, al campo o in marcia, schiavi o bestie da soma; per
gli altri stabilì un numero limitato. Inoltre, attraverso itinerari
impervi, ogni giorno spostava il campo; lo cingeva di un vallo e di un
fossato, come se il nemico fosse vicino; collocava sentinelle a distanza
ravvicinata, che lui stesso andava a ispezionare con i luogotenenti.
Durante le marce stava ora in testa ora nella retroguardia, spesso al
centro della colonna, controllando che nessuno uscisse dai ranghi, che
tutti procedessero compatti dietro le insegne e che ogni soldato portasse
con sé armi e viveri. 3 Così, prevenendo più che punendo le mancanze, in
breve riorganizzò l'esercito.