Sallustio: Bellum Iugurthinum, 27
Quod postquam Romae cognitum est et res in senatu agitari coepta, idem illi ministri regis interpellando ac saepe gratia, interdum iurgiis trahendo tempus atrocitatem facti leniebant. Ac ni C. Memmius tribunus plebis designatus, vir acer et infestus potentiae nobilitatis, populum Romanum edocuisset id agi, ut per paucos factiosos Iugurthae scelus condonaretur, profecto omnis invidia prolatandis consultationibus dilapsa foret: tanta vis gratiae atque pecuniae regis erat. Sed ubi senatus dilicti conscientia populum timet, lege Sempronia prouinciae futuris consulibus Numidia atque Italia decretae; consules declarati P. Scipio Nasica, L. Bestia Calpurnius; Calpurnio Numidia, Scipioni Italia obuenit. Deinde exercitus, qui in Africam portaretur, scribitur; stipendium aliaque, quae bello usui forent, decernuntur.
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1 Come ciò si seppe a Roma e si cominciò a discuterne in senato, i
RispondiEliminasoliti fautori del re, a forza di interruzioni e spesso mediante la loro
influenza, talvolta guadagnando tempo con contestazioni, cercavano di
attenuare l'atrocità del fatto. 2 E se Gaio Memmio, tribuno della plebe
designato, uomo risoluto e avverso alla potenza dei nobili, non avesse
informato il popolo romano che con ciò pochi faziosi tentavano di far
passare impunito il delitto di Giugurta, senza dubbio ogni indignazione,
con il continuo aggiornamento delle consultazioni, sarebbe svanita: tanto
potevano l'influenza e il denaro del re. 3 Ma quando il senato, cosciente
delle proprie colpe, cominciò a temere il popolo, in base alla legge
Sempronia destinò come province per i futuri consoli la Numidia e
l'Italia, 4 e consoli furono eletti Publio Scipione Nasica e Lucio Bestia
Calpurnio. A Calpurnio toccò la Numidia, a Scipione l'Italia. 5 Si arruola
poi un esercito per l'Africa e si stabiliscono le paghe e le altre spese
di guerra.