De bello Gallico / Libro VII, 63

Defectione Aeduorum cognita bellum augetur. Legationes in omnes partes circummittuntur: quantum gratia, auctoritate, pecunia valent, ad sollicitandas civitates nituntur; nacti obsides, quos Caesar apud eos deposuerat, horum supplicio dubitantes territant. Petunt a Vercingetorige Aedui ut ad se veniat rationesque belli gerendi communicet. Re impetrata contendunt ut ipsis summa imperi tradatur, et re in controversiam deducta totius Galliae concilium Bibracte indicitur. Eodem conveniunt undique frequentes. Multitudinis suffragiis res permittitur: ad unum omnes Vercingetorigem probant imperatorem. Ab hoc concilio Remi, Lingones, Treveri afuerunt: illi, quod amicitiam Romanorum sequebantur; Treveri, quod aberant longius et ab Germanis premebantur, quae fuit causa quare toto abessent bello et neutris auxilia mitterent. Magno dolore Aedui ferunt se deiectos principatu, queruntur fortunae commutationem et Caesaris indulgentiam in se requirunt, neque tamen suscepto bello suum consilium ab reliquis separare audent. Inviti summae spei adulescentes Eporedorix et Viridomarus Vercingetorigi parent.

1 commento:

  1. Quando si viene a sapere della defezione degli Edui, la guerra divampa ancor più. Si inviano ambascerie ovunque: ogni risorsa a loro disposizione, che fosse il prestigio, l'autorità o il denaro, la impiegano per sollevare gli altri popoli. Sfruttano gli ostaggi lasciati da Cesare in loro custodia, minacciano di metterli a morte e, così, spaventano chi ancora esita. Gli Edui chiedono a Vercingetorige di raggiungerli per concertare una strategia comune. Ottenuto ciò, pretendono il comando supremo. La cosa sfocia in una controversia, viene indetto un concilio di tutta la Gallia a Bibracte. Arrivano da ogni regione, in gran numero. La questione è messa ai voti. Tutti, nessuno escluso, approvano Vercingetorige come capo. Al concilio non parteciparono i Remi, i Lingoni, i Treveri: i primi due perché rimanevano fedeli all'alleanza con Roma; i Treveri perché erano troppo distanti e pressati dai Germani, motivo per cui non parteciparono mai alle operazioni di questa guerra e non inviarono aiuti a nessuno dei due contendenti. Per gli Edui è un duro colpo la perdita del primato, lamentano il cambiamento di sorte e rimpiangono l'indulgenza di Cesare nei loro confronti. Ma la guerra era ormai iniziata, ed essi non osano separarsi dagli altri. Loro malgrado, Eporedorige e Viridomaro, giovani molto ambiziosi, obbediscono a Vercingetorige.

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