De bello Gallico / Libro II, 32

Ad haec Caesar respondit: se magis consuetudine sua quam merito eorum civitatem conservaturum, si prius quam murum aries attigisset se dedidissent; sed deditionis nullam esse condicionem nisi armis traditis. Se id quod in Nerviis fecisset facturum finitimisque imperaturum ne quam dediticiis populi Romani iniuriam inferrent. Re renuntiata ad suos illi se quae imperarentur facere dixerunt. Armorum magna multitudine de muro in fossam, quae erat ante oppidum, iacta, sic ut prope summam muri aggerisque altitudinem acervi armorum adaequarent, et tamen circiter parte tertia, ut postea perspectum est, celata atque in oppido retenta, portis patefactis eo die pace sunt usi.

1 commento:

  1. Alle loro richieste Cesare rispose: avrebbe risparmiato ilpopolo degli Atuatuci, per proprio costume più che per loro merito, se sifossero arresi prima che l'ariete avesse toccato le mura: ma l'unica condizione di resaera la consegna delle armi. Si sarebbe regolato come con i Nervi, ordinando ai popoli confinanti di non infliggere torti a chi si eraarreso al popolo romano. Le parole di Cesare furono riferite e gli Atuatuci si dichiararono disposti a obbedire. Dal muro gettarono nel fosso, checorreva davanti alla città, una tale quantità di armi, che il cumulo raggiungeva quasi la sommità del muro e l'altezza del nostro terrapieno:e tuttavia - lo si scoprì in seguito - si erano tenuti e avevano nascosto in città circa un terzo delle armi. Aperte le porte, per quel giornorimasero tranquilli.

    RispondiElimina