Storie Libro I, 31
1 ὣς δὲ τὰ κατὰ τὸν Τέλλον προετρέψατο ὁ Σόλων τὸν Κροῖσον εἴπας πολλά τε καὶ ὀλβία, ἐπειρώτα τίνα δεύτερον μετ᾽ ἐκεῖνον ἴδοι, δοκέων πάγχυ δευτερεῖα γῶν οἴσεσθαι. ὃ δ᾽ εἶπε "Κλέοβίν τε καὶ Βίτωνα. 2 τούτοισι γὰρ ἐοῦσι γένος Ἀργείοισι βίος τε ἀρκέων ὑπῆν, καὶ πρὸς τούτῳ ῥώμη σώματος τοιήδε· ἀεθλοφόροι τε ἀμφότεροι ὁμοίως ἦσαν, καὶ δὴ καὶ λέγεται ὅδε ὁ λόγος. ἐούσης ὁρτῆς τῇ Ἥρῃ τοῖσι Ἀργείοισι ἔδεε πάντως τὴν μητέρα αὐτῶν ζεύγεϊ κομισθῆναι ἐς τὸ ἱρόν, οἱ δέ σφι βόες ἐκ τοῦ ἀγροῦ οὐ παρεγίνοντο ἐν ὥρῃ· ἐκκληιόμενοι δὲ τῇ ὥρῃ οἱ νεηνίαι ὑποδύντες αὐτοὶ ὑπὸ τὴν ζεύγλην εἷλκον τὴν ἅμαξαν, ἐπὶ τῆς ἁμάξης δέ σφι ὠχέετο ἡ μήτηρ· σταδίους δὲ πέντε καὶ τεσσεράκοντα διακομίσαντες ἀπίκοντο ἐς τὸ ἱρόν. 3ταῦτα δέ σφι ποιήσασι καὶ ὀφθεῖσι ὑπὸ τῆς πανηγύριος τελευτὴ τοῦ βίου ἀρίστη ἐπεγένετο, διέδεξέ τε ἐν τούτοισι ὁ θεὸς ὡς ἄμεινον εἴη ἀνθρώπῳ τεθνάναι μᾶλλον ἢ ζώειν. Ἀργεῖοι μὲν γὰρ περιστάντες ἐμακάριζον τῶν νεηνιέων τὴν ῥώμην, αἱ δὲ Ἀργεῖαι τὴν μητέρα αὐτῶν, οἵων τέκνων ἐκύρησε· 4 ἡ δὲ μήτηρ περιχαρής ἐοῦσα τῷ τε ἔργῳ καὶ τῇ φήμῃ, στᾶσα ἀντίον τοῦ ἀγάλματος εὔχετο Κλεόβι τε καὶ Βίτωνι τοῖσι ἑωυτῆς τέκνοισι, οἵ μιν ἐτίμησαν μεγάλως, τὴν θεὸν δοῦναι τὸ ἀνθρώπῳ τυχεῖν ἄριστον ἐστί. 5 μετὰ ταύτην δὲ τὴν εὐχὴν ὡς ἔθυσάν τε καὶ εὐωχήθησαν, κατακοιμηθέντες ἐν αὐτῷ τῷ ἱρῷ οἱ νεηνίαι οὐκέτι ἀνέστησαν ἀλλ᾽ ἐν τέλεϊ τούτῳ ἔσχοντο. Ἀργεῖοι δὲ σφέων εἰκόνας ποιησάμενοι ἀνέθεσαν ἐς Δελφοὺς ὡς ἀριστῶν γενομένων."
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Quando Solone gli ebbe presentato la storia di Tello, così ricca di eventi fortunati, Creso gli domandò chi avesse conosciuto come secondo dopo Tello, convinto di avere almeno il secondo posto. Ma Solone disse: "Cleobi e Bitone, entrambi di Argo, i quali ebbero sempre di che vivere e oltre a ciò una notevole forza fisica, sicché tutti e due riportarono vittorie nelle gare atletiche; di loro tra l'altro si racconta il seguente episodio: ad Argo c'era una festa dedicata a Era e i due dovevano assolutamente portare la madre al tempio con un carro, ma i buoi non giungevano in tempo dai campi; allora, per non arrivare in ritardo, i due giovani sistemarono i gioghi sulle proprie spalle, tirarono il carro, sul quale viaggiava la madre, e arrivarono fino al tempio dopo un tragitto di 45 stadi. Al loro gesto, ammirato da tutta la popolazione riunita per la festa, seguì una fine nobilissima: con loro il dio volle mostrare quanto, per un uomo, essere morto sia meglio che vivere. Intorno ai due giovani gli uomini di Argo ne lodavano la forza, mentre le donne si complimentavano con la madre che aveva avuto due figli come quelli; e la madre, oltremodo felice dell'impresa e della grande reputazione derivatane, si fermò in piedi di fronte all'immagine della dea e la pregò di concedere a Cleobi e a Bitone, i suoi due figli che l'avevano tanto onorata, la sorte migliore che possa toccare a un essere umano. Dopo questa preghiera i giovani celebrarono i sacrifici e il banchetto e poi si fermarono a dormire lì nel tempio; e l'indomani non si svegliarono più: furono colti così dalla morte. Gli Argivi li ritrassero in due statue che consacrarono a Delfi, come si fa con gli uomini più illustri".
RispondiElimina