De bello civili / Libro III, 85

Pompeius, qui castra in colle habebat, ad infimas radices montis aciem instruebat semper, ut videbatur, exspectans, si iniquis locis Caesar se subiceret. Caesar nulla ratione ad pugnam elici posse Pompeium existimans hanc sibi commodissimam belli rationem iudicavit, uti castra ex eo loco moveret semperque esset in itineribus, haec spectans, ut movendis castris pluribusque adeundis locis commodiore re frumentaria uteretur, simulque in itinere ut aliquam occasionem dimicandi nancisceretur et insolitum ad laborem Pompei exercitum cotidianis itineribus defatigaret. His constitutis rebus, signo iam profectionis dato tabernaculisque detensis animadversum est paulo ante extra cotidianam consuetudinem longius a vallo esse aciem Pompei progressam, ut non iniquo loco posse dimicari videretur. Tum Caesar apud suos, cum iam esset agmen in portis, "differendum est" inquit, "iter in praesentia nobis et de proelio cogitandum, sicut semper depoposcimus; animo simus ad dimicandum parati: non facile occasionem postea reperiemus"; confestimque expeditas copias educit.

1 commento:

  1. Pompeo, che aveva il campo sul colle, schierava l'esercito ai piedi di esso, aspettando sempre, come sembrava, che Cesare si esponesse in posizione sfavorevole. Cesare, ritenendo che in nessun modo Pompeo potesse essere trascinato a battaglia, giudicò essere questa per sé la migliore tattica di guerra: muovere il campo da quel posto e stare sempre in marcia, con questi obiettivi: usufruire delle migliori occasioni di approvvigionamento spostando il campo e toccando luoghi diversi e, contemporaneamente, durante la marcia, trovare qualche opportunità di combattimento e, con quotidiane marce, sfinire l'esercito di Pompeo, non abituato alla fatica. Stabilito ciò, dato già il segnale della partenza e smontate le tende, ci si accorse che poco prima, contrariamente alla abitudine di ogni giorno, la schiera di Pompeo si era allontanata un po' troppo dal vallo, così che sembrava che si potesse combattere in posizione non sfavorevole. Allora Cesare, quando già la schiera in ordine di marcia era alle porte, disse ai suoi: "Dobbiamo rimandare al momento la marcia e pensare al combattimento, come abbiamo sempre desiderato. Siamo pronti a combattere; non facilmente in seguito troveremo l'occasione". E subito conduce fuori le truppe pronte a combattere.

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