Cato Maior de Senectute 6
Laelius. Atqui, Cato, gratissimum nobis, ut etiam pro Scipione pollicear, feceris, si, quoniam speramus, volumus quidem certe senes fieri, multo ante a te didicerimus, quibus facillime rationibus ingravescentem aetatem ferre possimus. Cato. Faciam vero, Laeli, praesertim si utrique vestrum, ut dicis, gratum futurum est. Laelius. Volumus sane, nisi molestum est, Cato, tamquam longam aliquam viam confeceris, quam nobis quoque ingrediundum sit, istuc, quo pervenisti videre quale sit.
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LELIO.
RispondiEliminaOr dunque, o Catone, ne farai cosa oltremodo gradita, e te ne sono mallevadore anche per Scipione, se a noi, preparati alla vecchiezza e nella fiducia di arrivarvi, tu additerai ben tosto il modo di sopportare quella pesante età.
CATONE.
RispondiEliminaDi buon grado il farò, Lelio, qualora siccome lo dici, possa ciò essere ad entrambi.
LELIO.
Ci proponiamo seriamente, o Catone, di conoscere da te quel sì lungo cammino che tu già calcasti, sul quale noi pure dobbiamo passare.
LELIO. Ebbene, Catone, sarà per noi un grandissimo piacere - e lo dico
RispondiEliminaanche a nome di Scipione - se impareremo da te, molto tempo prima, come
poter affrontare nel migliore dei modi il peso crescente degli anni,
poiché speriamo, o almeno ci auguriamo, di diventare vecchi.
CATONE. Va bene, lo farò, Lelio, soprattutto se, come dici, sarà un
piacere per tutt'e due.
LELIO. Vorremmo davvero vedere, se non ti rincresce, Catone, come sia
questo luogo cui sei giunto, dopo aver percorso, per così dire, una lunga
strada, la stessa che si dovrà intraprendere anche noi.