Apud Lacedaemonios quidem ei, qui amplissimum magistratum gerunt, ut sunt, sic etiam nominantur senes. Quod si legere aut audire voletis externa, maximas res publicas ab adulescentibus labefactatas, a senibus sustentatas et restitutas reperietis.
- Cedo, qui vestram rem publicam tantam amisistis tam cito?
Sic enim percontantur in Naevi poetae Ludo. Respondentur et alia et hoc in primis:
- Proveniebant oratores novi, stulti adulescentuli.
Temeritas est videlicet florentis aetatis, prudentia senescentis.
Del pari presso gli Spartani fra i vecchi vengono eletti i supremi magistrati, e perciò appunto col nome di seniori chiamati. Basta il leggere e scorrere le straniere storie, per rinvenirvi ad ogni tratto esempli di grandi repubbliche poste a soqquadro da giovani, da vecchi puntellate e reintegrate nella pristina grandezza.
RispondiEliminaGiace la patria vostra, un dì possente:
Ditemi or voi, perché cadde sì tosto?
È questa la dimanda che Nevio poeta introduce in una delle sue commedie. E fra le altre osservazioni, sovrasta questa risposta:
Oratori inesperti, stolti, imberbi
Tenner lo Stato e vi dettâr le leggi.
La gioventù pecca per eccessiva temerità; la prudenza appartiene ai vecchi.
A Sparta, appunto, chi esercita la magistratura più alta ha
RispondiEliminal'età e quindi il nome di «vecchio». Se poi volete leggere o ascoltare la
storia delle nazioni straniere, scoprirete che sono stati i giovani a
mandare in rovina gli stati più forti, i vecchi a sostenerli e a
rimetterli in piedi.
«Dite, come perdeste in così poco tempo il vostro stato, tanto potente?»
A tale domanda, formulata nel Ludo del poeta Nevio, si risponde, tra le
altre cose, in primo luogo così:
«Spuntavano nuovi oratori, stupidi sbarbatelli.»
Naturale: la temerarietà è tipica dell'età in fiore, la saggezza dell'età
declinante.