Cato Maior de Senectute 20


Apud Lacedaemonios quidem ei, qui amplissimum magistratum gerunt, ut sunt, sic etiam nominantur senes. Quod si legere aut audire voletis externa, maximas res publicas ab adulescentibus labefactatas, a senibus sustentatas et restitutas reperietis.
Cedo, qui vestram rem publicam tantam amisistis tam cito?
Sic enim percontantur in Naevi poetae Ludo. Respondentur et alia et hoc in primis:
Proveniebant oratores novi, stulti adulescentuli.
Temeritas est videlicet florentis aetatis, prudentia senescentis.

2 commenti:

  1. M. Battaglia06 dicembre, 2010

    Del pari presso gli Spartani fra i vecchi vengono eletti i supremi magistrati, e perciò appunto col nome di seniori chiamati. Basta il leggere e scorrere le straniere storie, per rinvenirvi ad ogni tratto esempli di grandi repubbliche poste a soqquadro da giovani, da vecchi puntellate e reintegrate nella pristina grandezza.
    Giace la patria vostra, un dì possente:
    Ditemi or voi, perché cadde sì tosto?
    È questa la dimanda che Nevio poeta introduce in una delle sue commedie. E fra le altre osservazioni, sovrasta questa risposta:
    Oratori inesperti, stolti, imberbi
    Tenner lo Stato e vi dettâr le leggi.
    La gioventù pecca per eccessiva temerità; la prudenza appartiene ai vecchi.

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  2. A Sparta, appunto, chi esercita la magistratura più alta ha
    l'età e quindi il nome di «vecchio». Se poi volete leggere o ascoltare la
    storia delle nazioni straniere, scoprirete che sono stati i giovani a
    mandare in rovina gli stati più forti, i vecchi a sostenerli e a
    rimetterli in piedi.

    «Dite, come perdeste in così poco tempo il vostro stato, tanto potente?»

    A tale domanda, formulata nel Ludo del poeta Nevio, si risponde, tra le
    altre cose, in primo luogo così:

    «Spuntavano nuovi oratori, stupidi sbarbatelli.»

    Naturale: la temerarietà è tipica dell'età in fiore, la saggezza dell'età
    declinante.

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