- Et melius Caecilius de sene alteri saeclo prospiciente quam illud idem:
- Edepol, senectus, si nil quicquam aliud viti
- Adportes tecum, cum advenis, unum id sat est,
- Quod diu vivendo multa, quae non volt, videt.
Et multa fortasse, quae volt; atque in ea, quae non volt, saepe etiam adulescentia incurrit. Illud vero idem Caecilius vitiosius:
- Tum equidem in senecta hoc deputo miserrimum,
- Sentire ea aetate eumpse esse odiosum alteri.
L'agricoltore, in realtà, per
RispondiEliminaquanto vecchio sia, se gli viene chiesto per chi pianta, non esita a
rispondere:
«Per gli dèi immortali, i quali vollero che non solo ricevessi
tali doni dai miei antenati, ma li trasmettessi anche ai posteri.»
E meglio si esprime Cecilio a proposito del vecchio che provvede alla
generazione futura rispetto a quando dice:
«Perdio, vecchiaia, se non portassi al tuo arrivo
nessun altro male, questo solo basterebbe:
vedere, vivendo a lungo, molte cose che non si vorrebbero.»
e forse molte che si vorrebbero! Anzi, anche la giovinezza si imbatte
spesso in quel che non vuole. Ma ecco un passo di Cecilio ancora peggiore:
«Della vecchiezza questo reputo il male più grande:
sentire che, da vecchi, si è odiosi agli altri.»